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La filosofia di Carlo Michelstaedter indica che l'unica salvezza per l'uomo che voglia davvero approfondire la propria "umanità" è la rinuncia a tutto, e prima di tutto, è l'annullamento della volontà e del desiderio, l'emancipazione dalle passioni e dalle necessità. Ed è proprio questo, per Paolo Pulcina, l'intento che porta il filosofo goriziano al suicidio. La vita non va sopportata, ma vissuta, approfondita, e dopo ciò va ripulita del suo stato materiale per ricongiungersi all'essere/totalità/unità. In tal senso la morte è per Michelstaedter l'"elemento completante" sotto il cui segno sta la vita autentica.